Progetto per contrastare i furti di bici

In Italia non esiste un registro nazionale delle biciclette. Il furto di biciclette è una piaga che danneggia tutti: ciclisti, rivenditori, industria della bici. Il team di Bici Radar ha come obiettivo significativo ridurre tale fenomeno.

 

La piaga dei furti di biciclette è un fenomeno che in minore o maggior misura si presenta in tutti i paesi del mondo. La ragione va ricercata nella natura del mezzo stesso, cioè un bene mobile non registrato, considerato giuridicamente alla stregua di un paio di occhiali,di una borsa,di un gioiello, con l’inevitabile conseguenza che chi detiene il bene è legittimato a possederlo. Si arriva alla conclusione che, se forzo la chiusura di una bici e circolo liberamente, ne divento automaticamente proprietario e, per paradosso, sono i terzi derubati che hanno l’onere di dimostrare che la bici sottratta non mi appartiene.

Nelle scelte politiche amministrative delle città avanzate, la bicicletta sta assumendo un ruolo sempre più rilevante. La tendenza attuale delle città sostenibili è di espellere i mezzi di locomozione a motore termico. I paesi europei più avanzati, Olanda, Gran Bretagna, Svezia, Danimarca, Germania, Francia, che prima dell’ Italia, hanno avviato politiche di mobilità sostenibile, hanno potenziato la rete di piste ciclabili dando la priorità alla sicurezza del ciclista.


Risolti o avviati a risoluzione i problemi infrastrutturali, le politiche di mobilità dei vari governi si sono concentrati nel garantire la tracciabilità dei mezzi di locomozione, ivi compresa la bicicletta e le moderne e-bike a motore elettrico.
Per tracciabilità va intesa la determinazione di un sistema condiviso che permetta di risalire alla proprietà del mezzo. Ne scaturisce la duplice necessità di definire questioni legate alla responsabilità civile e all’ identificazione del mezzo, per contrastare il furto.


L’identificazione del mezzo in questi paesi non avviene tramite targa, (la Svizzera aveva tentato, ma il sistema è stato abbandonato perché oneroso ), ma tramite marchiatura o apposizione di una etichetta più o mendo inamovibile ed antiabrasiva (sic!)
L’identificazione univoca del mezzo associata alla proprietà dello stesso ha sicuramente un effetto deterrente nei confronti di chi compie azioni illecite di sottrazione e di commercio fraudolento di biciclette. Il ladro abituale, sapendo che la bici è identificabile e memorizzata in una banca dati, sarà indotto quantomeno a frenare la sua condotta delittuosa e ridurre la sua attività predatoria, consapevole di correre rischi ben maggiori.
Il cittadino, prima di comprare una bici di seconda mano di dubbia provenienza, sapendo di poter essere denunciato per ricettazione, si accerterà della proprietà della stessa.


In Italia le politiche della mobilità sostenibile, per molto tempo trascurate a favore della circolazione di veicoli a motore termico, solo in quest’ultimi anni sono state incentivate. Come ultimi arrivati, dobbiamo prima risolvere i problemi strutturali: Intermodalità, ZTL piste ciclabili, bike e auto-sharing, mezzi pubblici non inquinanti,tram e filobus. L’attenzione per i problemi di chi si sposta in bici, quali sicurezza, tracciabilità del mezzo, registro pubblico, per adesso passano in secondo piano.
Tanto per cominciare, in Italia non esiste un data base nazionale condiviso per le biciclette, con la conseguenza che si può impunemente rubare e fare liberamente attività di compra-vendita di bici rubate. Da noi risulta difficile e quanto mai incerto dimostrare la proprietà della bici. In caso di furto e di un suo successivo recupero, la bici spesso viene messa all’asta per l’impossibilità di restituirla al legittimo proprietario .
La conseguenza più ovvia è che la mancanza di identificazione rende anonima la bici,impedisce una gestione efficiente delle bici sequestrate dalle forze di polizia, incoraggia i furti, blocca il rinnovo del parco bici circolanti, danneggia l’industria, mette a repentaglio la sicurezza delle persone, che spesso circolano con veicoli buoni solo da rottamare.

La bici è un veicolo utile per spostarsi nella città, per svago o per fare attività fisica, ma le persone vogliono evitare di spendere soldi; vuoi per paura che una bici nuova di zecca venga rubata, vuoi perché è più conveniente comprare una bici di seconda mano nel mercato nero delle bici usate per poche decine di euro. Da questo circolo vizioso non si esce, anche perchè la mancanza di controlli ha l’ effetto perverso di alimentare il mercato delle bici rubate, di bloccare l’industria delle bici e scoraggiare le denunce di furti. Un quadro davvero sconfortante.  Invertire questa tendenza non è facile, se non si rimuovono le cause che la determinano.


Il fatto di non avere in Italia un registro nazionale basato sui sistemi che abbiamo visto implementati in altri paesi europei, quali: index bikes, punzonatura, etichette o altro, presenta il vantaggio di ripensare a un sistema ex novo, più avanzato, basato sulle nuove tecnologie integrate nelle biciclette. Si tratta di sensori digitali utilizzati per identificare univocamente gli oggetti, ma che si prestano bene per essere integrati nelle bici. Piccoli chip che consentono di memorizzare le informazioni di base: Id bici e dati anagrafici del possessore.


La lettura dei dati memorizzati nel chip può avvenire online tramite smartphone, ormai di uso comune. il sistema darà luogo a una ”Scheda Bici”, una sorta di targa virtuale non modificabile a lettura pubblica.
La registrazione della bici può avvenire online a cura del rivenditore o a cura dello stesso utente, che acquista il sensore con un ID unico. Il modulo di registrazione somministrato da una piattaforma web dovrebbe consentire inoltre l’immissione di ulteriori informazioni quali, descrizioni dettagliate, foto, tipologia, brand, modello, colore ed altri elementi identificativi che costituiscono l’identkit.


Si potrebbe realizzare in questo modo una “banca dati nazionale per biciclette”, che consenta ai soggetti interessati, utenti,negozianti,autorità di polizia di verificare:

  • identità
  • proprietà
  • venditore
  • eventuali
  • cessioni
  • storia dei trasferimenti della proprietà

possibilità di segnalazione del cambio di status della bici:

  • rubata
  • rimossa
  • recuperata


Il progetto sopra elaborato da un team di professionisti, ingegneri, specialisti di social media, programmatori software, (tutti utenti della bici) è diventato una cosa concreta con la messa online del sito BICIRADAR.COM.

Il sistema, mette a disposizione una piattaforma web che consente di registrare,,identificare, verificare proprietà di biciclette e di indicarne lo status corrente di possesso segnalando allo scopo, bici rubate, rimosse, recuperate.

La registrazione avviene previa l’iscrizione dell’utente, del rivenditore,delle forze di polizia, dove, ciascuno per la sua parte, può registrare, verificare, segnalare bici.
Un modulo online aiuta passo passo compilazione dei vari campi, il tutto finalizzato alla redazione di una SCHEDA BICI , composta da descrizione, foto, tipologie, brand,modello,colore completata dai dati anagrafici del proprietario.

Parallelamente alla piattaforma web ,il team di Bici Radar ha realizzato una serie di sensori digitali a tecnologia avanzate da applicare alle bici. Le tecnologie scelte sono varie e per tutte le tasche: GPS,NFC,BLE (Beacon Bluetooth a bassa emisione).I sensori in oggetto sono disponibili per acquisti sullo Shop del sito.

I dispositivi integrati nelle bici fanno parte di un ecosistema in grado di tracciare, monitorare la bici, e comunicare con lo smartphone e via internet con le SCHEDE BICI residenti sulla piattaforma BICIRADAR.COM.


BICI RADAR difficilmente metterà la parola fine ai furti di biciclette, ma crediamo possa fornire un contributo significativo per arginare un fenomeno di difficile soluzione.